31.03 - pomeriggio - Althea & Edith

Non c'è né caldo né freddo, si sta bene sotto il calore che non picchia troppo forte sulla mia chiara pelle, prima di uscire da casa ho bevuto la pozione per stare sotto il sole perciò non mi sta facendo tanto male mentre con passo lento cammino per la via principale di Diagon Alley. In questa giornata ho in programma di fare un po’ di compere, senza necessità solo per vedere cosa c’è in giro, azione che per mancanza di tempo non sono riuscita a fare nelle ultime settimane. Indosso molto semplicemente dei jeans chiari a vita alta tenuti da una cinta completamente nera, da essi fuoriesce parte calze a rete ma non si notano più di tanto per via della maglietta in cotone a maniche corte color pece indossa come sopra, su essa c’è la scritta “night” affiancata da una mezzaluna con i vertici rivolti verso la mia sinistra tutto ciò è scritto col colore opposto ovvero in bianco, al medio sinistro porto un anello di non so che materiale e al collo una collana fatta di anelli di plastica nera. I capelli sono legati in una morbida traccia posata sulla mia spalla destra e ai piedi delle scarpe da ginnastica bianche a righe nere comprate qualche mese fa in un negozio della Londra babbana a poco prezzo, come trucco ho due linee di eyeliner abbastanza lunghe, alle labbra un rossetto rosso fuoco e in tutta essa un po’ di far per non far essere troppo pallido l’apparato epiteliare. Tornando a noi, camminando in uno dei due lati della larga strada notando nella vetrina un mantello nero carino, che in pratica dopo la fine che ha fatto l’ultimo mi servirebbe perciò con passo deciso vi avvicino verso la porta, allungo il braccio destro per poi fare un po’ dopo aver afferrato la maniglia, fare un po’ di pressione e aprire così essa. Con fare veloce svarco l’entrata, lasciando aperto l’uscio il quale in poco tempo si chiuderà da solo. Nel frattempo comincio a osservare i capi d’abbigliamento dentro al negozio di Madama McClan ovvero il posto in cui anche se non coscentemente, mi sono rifugiata.

Althea Cheryl HughesYou Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia

E' primavera e un caldo sole scalda le vie di Diagon Alley. Proprio per questo, nonostante la mia enorme pancia da donna in gravidanza decido di indossare un leggero vestitino azzurro con dei ricamini palesemente infantili che, nonostante i miei 22 anni di età, continuo ad adorare e un paio di ballerine dello stesso colore del vestito infinitamente comode. Mi sento tremendamente stanca ma i dottori del San Mungo mi hanno spiegato che è normale nella mia condizione. Cammino per le vie di Diagon Alley fino a raggiungere Madama McClan il noto negozio d'abbigliamento. All'interno ci sono poche persone. La commessa e una donna bionda che sembra avere la mia età. Mi avvicino alla commessa Mi scusi, sto cercando dei vestitini unisex per neonati la commessa mi sorride e mi indica una sezione apposita abbastanza vicina alla donna bionda. Piacere, Edith Smith, Ci conosciamo? Forse abbiamo frequentato Hogwarts insieme, abbiamo la stessa età infondo.

Edith Smith You Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia

Mi guardo un po' in giro ma comunque uno sguardo o due ogni tanto li continuo a dare al mantello. Mi avvicino meglio ad esso e comincio a toccarne la stoffa, giro indietro dal lato destro il capo cercando con lo sguardo la commessa ma al suo posto trovo una bassa figura dalla chioma rossa la quale si presenta, mi sistemo in posizione eretta e la guardo dall'alto in basso facendo passare più volte gli occhi sul corpo, si può notare perfettamente che è in dolce attesa. Nel vedere il vestito faccio una smorfia contrariata Orrore vocio col tono pieno di disgusto Althea Cheryl Hughes, e no non abbiamo la stessa età dico il mio nominativo completato senza emozioni, solo un po' di acidità alla fine nell'affermare il cognome preso dal padre. Mi faccio schifo ma non che quel vestito azzurro sia meglio di me per carità. Dopo ciò cerco di aggirare la figura se ci riuscirei mi avvicinerei alla commessa e le chiederei il prezzo del mantello nero indicando il manichino indossante il capo che mi interessa, cercando di sembrar gentile cosa che fallirebbe miseramente, non è la mia natura. Con o senza risposta riprenderei a guardare in giro senza un reparto preciso, di tanto in tanto passerei i chiari occhi sulla strana donna in gravidanza.

Althea Cheryl HughesYou Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia

Scorbutica la bionda eh. Quando questa mi dice il suo nome faccio una smorfia, un finto sorriso, non so ben spiegarlo. Osservo con attenzione l'abbigliamento della "regina della moda" che sembra non capire il disagio di una donna incinta. Poi torno ad osservare i completi unisex per neonati guardando, ogni tanto con la coda dell'occhio, la bionda. Per un secondo i miei occhi cambiano colore diventando di un rosso intenso - il colore della rabbia e del disprezzo - che comunque non sarà visibile alla donna. Istintivamente al cambio dei miei occhi, come in segno di protezione, poggio la mano destra sul pancione nel quale è contenuto il mio bambino e sorrido spostando gli occhi - ora tornati alla loro forma base - su un completino azzurro da maschietto che per un disordine interno del quale non so il motivo si trova nella sezione unisex. Il negozietto di Madama McClan è piccolo, o almeno così si presenta, ma all'interno vi si possono trovare moltissimi capi di abbigliamento. Donald si trova al lavoro ma tra poco terminerà il suo turno come Medimago al San Mungo e mi raggiungerà per decidere un paio di completini per il nostro bambino. Attraverso procedure magiche già al 4° mese di gravidanza siamo riusciti a capire che i bambini saranno due, due gemelli, anzi, due gemelle. Molto probabilmente entrambe le bambine avranno il mio stesso dono.

Edith Smith You Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia

Resto lì a non guardare nessun vestito nel particolare, quello che dovevo vedere lo ho già visto, ma c’è come qualcosa che non mi permette di andarmene, o per meglio dire qualcuno. Quella Editta tipa, ha qualcosa di strano e non intendo la sua pancia contenente probabilmente un’anguria. Resto lì a guardarla silenziosamente incontrando varie volte i suoi occhi ma nessuna parola prospera ad uscire dalla mia bocca. La osservo in tutti i movimenti, nell’ appoggiare in modo veloce l’arto opposto a quello mancino sul ventre come in segno di protezione, ma da cosa.. Da me? Perplessa distolgo lo sguardo cercando tra i capi vicini a me qualcosa di mio gradimento, cosa non fattibile, per i miei selettivi gusti da vampira. Con la punta degli occhi continuo a scrutare la donna dai capelli rossicci la quale stranamente non si è accorta della mia natura da non morta. Per una mia curiosità mi riavvicino a Edith semplicemente per cercare di annusare il suo respiro, cosa che quando conclusa internamente mi da un po' di sollievo, almeno non è una mannara. In lei non trovo nulla di particolare perciò la lascio stare dirigendomi così dal mio mantello convinta ad andarmene, con velocità mi avvicino al capo nero per poi toglierlo dal manichino, senza nemmeno chiedere. Mi giro con come meta mentale la cassa, destinazione cambiata al sentire avvicinare una presenza maschile probabilmente il marito della cosa persona, anche se ancora a otto o nove metri dal negozio,metto gli occhi sulla ragazza sicuramente più giovane di me e mi avvicino a essa a passi abbastanza ampi ma silenziosi. Vicina alla figura femminile con la mia fredda e pallida mano destra cerco di toccarle la parte più vicina a me del suo collo per richiamare l'attenzione anche se, se ci riuscissi, lo ritrarrei subito. Apro lentamente le labbra per vociarle un'informazione Sta arrivando qualcuno per te affermo in modo freddo e apatico per poi dirigermi finalmente alla prima destinazione.

Althea Cheryl HughesYou Sit And Stay I Don'T Obey // by ms. atelophobia